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I programmi di diversità e inclusione hanno ancora senso?

  • SR
  • 29 gen
  • Tempo di lettura: 2 min
I programmi di diversità e inclusione hanno ancora senso?
I programmi di diversità e inclusione hanno ancora senso?

Meta, l’azienda proprietaria di Instagram, WhatsApp e Facebook, ha comunicato di aver abbandonato tutti i programmi di diversità, equità e inclusione (DEI). L’amministratore delegato di Meta, Mark Zuckerberg, ha comunicato la decisione presa. Il mondo politico statunitense sta cambiando e alcune aziende decidono di adeguarsi.

Una svolta conservatrice che viene accompagnata dall’eliminazione dell’operazione di fact-checking da terza parte, annunciando che farà uso di precisazioni volontarie da parte di utenti e contributori. 


Come mai questa svolta?

Questa decisione purtroppo non è isolata, ma segue altre grandi aziende statunitensi che hanno deciso di eliminare le politiche relative alla DEI: McDonald's, Walmart e Ford hanno seguito, infatti, la svolta conservatrice della politica americana. “Il panorama in materia di diversità, equità e inclusione degli Stati Uniti sta cambiando”, così è stato giustificato il cambio di rotta da parte di Meta. Una scelta che era riuscita a far raddoppiare la popolazione ispanica e afroamericana, ma che oggi viene giudicata come non necessaria e, addirittura, discriminante.


Ma cosa sono i programmi di diversità, equità e inclusione?

La DEI fa riferimento a una serie di programmi utili a valorizzare le differenze, creare un ambiente inclusivo e collaborativo. L’obiettivo? Attrarre e trattenere talenti, rafforzare l’immagine dell’azienda, migliorandone la reputazione. Una parte della sostenibilità che non si riferisce esclusivamente all’ambiente, ma alla sostenibilità social, quella rivolta a persone e comunità. E non per questo meno importante.


Proviamo ad analizzare insieme i tre aspetti della DEI:

  1. Diversità. Accettare e valorizzare le differenze dei propri dipendenti è fondamentale per un’azienda di successo. Si parla di diversità per questioni legate alla sfera etnica, religiosa, all’orientamento sessuale o all’età, per esempio. 

  2. Equità. Si riferisce alla capacità dell’azienda di fornire eque opportunità ai propri collaboratori.

  3. Inclusione. L’ambiente lavorativo deve garantire ascolto, rispetto e valorizzazione di ciascun dipendente. Quindi, non solo includere nell’organico, ma anche accompagnare i dipendenti in un percorso di crescita.


Perché sono importanti?

Le aziende che adottano politiche di DEI possono affrontare le questioni da diversi punti di vista; grazie a contributi originali l’azienda riesce a trovare soluzioni innovative e a distinguersi dai competitor. Vediamo la diversità come una risorsa per poter fare meglio, per trovare la chiave del successo aziendale.


Migliore produttività, attrazione e conservazione di talenti, performance superiori: sono solo alcuni dei vantaggi che spesso vengono collegati a programmi di questo tipo. Le politiche di DEI si sono diffuse ampiamente negli ultimi anni, rappresentando, in molti casi, fattori determinanti per la scelta del luogo di lavoro.


Enti economici che si spogliano della veste di meri creatori di guadagno e che diventano organizzazioni con uno spirito etico, attente all’ambiente e alle persone. 


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