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8 marzo: le mimose non bastano per dimenticare il resto

  • SR
  • 6 mar
  • Tempo di lettura: 3 min


8 marzo: le mimose non bastano per dimenticare il resto
8 marzo: le mimose non bastano per dimenticare il resto


Domani si “celebra” la giornata internazionale delle donne, un’occasione di riflessione su ciò che è stato fatto, ma soprattutto su ciò che ancora dobbiamo fare. Le disuguaglianze di genere, la violenza di genere e i femminicidi persistono ancora oggi in Italia e nel mondo. 


In occasione di questa giornata, ci sembra essenziale riflettere sulla situazione italiana grazie al “Rendiconto di Genere 2024” del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'INPS, che presenta un quadro tanto chiaro quanto preoccupante: la parità di genere è ancora lontana in molti ambiti della nostra società.


Donne e occupazione: un divario ancora troppo ampio

Il tasso di occupazione femminile in Italia nel 2023 si attesta al 52,5%, contro il 70,4% degli uomini. Nonostante la popolazione italiana femminile sia maggiore rispetto a quella maschile (51,1 % delle donne contro 48,9% degli uomini), in media con i dati dell’UE, le donne risultano ancora meno occupate degli uomini. Questo squilibrio si riflette tanto nei contratti a tempo indeterminato quanto nei contratti a termine. Non si tratta solo di numeri, ma di realtà quotidiane che molte donne affrontano: difficoltà di accesso al mercato del lavoro, contratti precari, part-time involontario e una sottorappresentazione ai vertici delle aziende. 


Il soffitto di cristallo è ancora troppo complicato da abbattere, con le donne che rappresentano solo il 21,1% dei dirigenti, contro il 78,9% degli uomini, e il 32,4% dei quadri, rispetto al 67,6% degli uomini. Ciò significa che le cariche dirigenziali e manageriali in Italia sono ancora dominate dagli uomini. In aggiunta, il 37% delle donne ha un titolo di studio superiore a quello richiesto per la mansione svolta, un dato che evidenzia una forte penalizzazione rispetto alle possibilità di carriera. Infatti, le donne laureate sono maggiori rispetto alla controparte maschile, non solo in termini di numeri, ma anche come valutazione finale.


Retribuzioni: una disparità che pesa sull’indipendenza

Il divario di genere in Italia si riflette anche nelle retribuzioni. Non solo le donne faticano a trovare un’occupazione a tempo pieno e sono costrette a svolgere un lavoro part-time, ma hanno anche una retribuzione inferiore


Gli stipendi medi giornalieri delle donne sono più bassi rispetto a quelli degli uomini in quasi tutti i settori: in dieci settori su diciotto le donne percepiscono oltre il 20% in meno della controparte maschile. Il settore con il divario peggiore è quello immobiliare con una differenza del 39,9%. Questo gap si traduce in assegni pensionistici inferiori, mettendo molte donne a rischio di povertà economica nella terza età. 


Anche i dati sui congedi parentali parlano chiaro: le donne sono ancora le principali responsabili della cura familiare. Nonostante la crescente partecipazione maschile, il carico del lavoro domestico e di cura ricade in gran parte sulle donne, limitando la loro crescita professionale e la loro indipendenza economica


Violenza di genere: un'emergenza sociale

Nel 2023, i dati sui femminicidi e sulla violenza di genere restano allarmanti. Le donne continuano a essere vittime di reati in ambito familiare e affettivo, e spesso non dispongono degli strumenti economici e sociali per sottrarsi a situazioni di abuso. Una situazione grave e persistente che sfocia in diverse forme di violenza, non solo fisica, ma anche psicologica ed economica con conseguenze devastanti per le vittime. Se in generale gli omicidi diminuiscono, i femminicidi aumentano. Questi dati dovrebbero farci riflettere sulle problematiche che ancora persistono, sui problemi legati all’educazione maschile, alla convinzione delle donne come “oggetti” da possedere.


Il "Reddito di Libertà" (per cui sono stati recentemente sbloccati nuovi fondi) e i congedi per le vittime di violenza sono misure importanti, ma non sufficienti per arginare un fenomeno che richiede un cambiamento culturale profondo. Inoltre, i cosiddetti "reati spia" - come stalking, maltrattamenti e minacce - sono in crescita, segnalando una persistente esposizione delle donne a situazioni di pericolo e vulnerabilità.


Alla luce di questi dati, la Giornata Internazionale della Donna non può ridursi a una celebrazione superficiale o a un mazzo di mimose, ma deve essere un giorno di consapevolezza su ciò che ancora dobbiamo fare. Nel 2024, essere donna non può essere uno svantaggio o un pericolo per la propria vita.


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