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Aviazione: un net-zero è davvero possibile?

  • SR
  • 21 set
  • Tempo di lettura: 2 min
Aviazione: un net-zero è davvero possibile?
Aviazione: un net-zero è davvero possibile?

Al summit IATA 2025 (riferimenti e briefing tecnici pubblicati dall’associazione), le compagnie hanno ribadito l’obiettivo ambizioso del net-zero al 2050. Tuttavia, la discussione è stata dominata da dubbi concreti: disponibilità limitata di Sustainable Aviation Fuel (SAF), costi elevati, infrastrutture insufficienti e incertezze normative.


I punti caldi emersi al summit

  1. SAF: produzione in aumento, ma quota ancora irrisoria IATA e altri soggetti segnalano che la produzione di SAF raddoppierà nel 2025 ma raggiungerà comunque percentuali minime del fabbisogno totale (circa 0,7–0,8% nel 2025). La traiettoria mostra crescita, ma il divario rispetto a obiettivi 2030/2050 è enorme.

  2. Il problema dei costi e della supply chain Il SAF è attualmente due-tre volte più costoso del Jet-A convenzionale; molti progetti annunciati non sono arrivati a produzione commerciale per fallimenti finanziari, problemi di feedstock o difficoltà tecniche. Questo crea un rischio di “pledges” senza realizzazione pratica.

  3. Incertezza regolatoria e fragilità del framework internazionale L’eterogeneità delle politiche (ReFuelEU in Europa, mandati vari in Asia, contrasto normativo in altri mercati) complica gli investimenti a lungo termine. Alcuni attori temono che cambiamenti politici possano ridimensionare gli incentivi e minare piani di investimento.

  4. Tecnologie alternative e diversificazione delle soluzioni L’industria esplora più vie: SAF da residue HEFA, sintetic SAF (power-to-liquid), biocarburanti avanzati, idrogeno e propulsione elettrica per il corto raggio. Tuttavia, ciascuna strada ha limiti temporali—alcune sono lontane dalla scala commerciale.

  5. Rischio reputazionale e mercato Con investitori e regolatori più esigenti, le dichiarazioni non supportate da azioni concrete espongono le compagnie a contestazioni legali, pressioni da parte degli investitori e perdita di fiducia dei clienti. Anche leader di mercato hanno manifestato scetticismo pubblico (es. dichiarazioni critiche di CEO), segnalando la tensione fra retorica e realtà operativa.


Che cosa significa per gli ESG manager delle compagnie aeree

  • Priorità alla pianificazione della supply chain del SAF: contratti a lungo termine con produttori, investing in offtake agreements, e partnership pubblico-private per creare cluster di produzione.

  • Hedging dei rischi regolatori: sviluppare scenari normativi e stress test finanziari che considerino mandati nazionali ed europei.

  • Trasparenza nelle metriche: reporting chiaro su quantità SAF acquistate, LCA dei carburanti e uso di crediti carbonio solo quando integrati in una strategia credibile.


Raccomandazioni operative

  1. Stipulare di-of-take e investimenti congiunti per stabilizzare il business case dei produttori di SAF.

  2. Integrare piani di efficienza energetica e rinnovo flotta per ridurre domanda complessiva di carburante e migliorare il potenziale di integrazione SAF.

  3. Dialogo continuo con regolatori per disegnare incentivi mirati e meccanismi di supporto alla scala industriale del SAF.


Il summit IATA 2025 ha riaffermato l’impegno formale verso il net-zero, ma ha reso evidente che il vero ostacolo non è la volontà politica del settore ma la scalabilità, il costo e la governance della filiera del SAF. Per trasformare gli impegni in risultati servono investimenti sistemici, politiche coerenti e trasparenza nelle metriche: fino ad allora l’obiettivo net-zero resta teorico, non operativo.

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