Circular Economy Act: l’UE apre alle consultazioni dell’atto legislativo che potrebbe rivoluzionare l’economia europea
- SR
- 11 set
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L’Unione Europea ha ufficialmente aperto la consultazione pubblica per il Circular Economy Act (CEA) — l’atto legislativo centrale del cosiddetto Clean Industrial Deal — che punta a smantellare la frammentazione normativa del mercato unico dei materiali riciclati e a far decollare la circolarità su scala sistemica. Questo passaggio non è solo tecnico: è il momento in cui le scelte politiche europee possono trasformarsi in regole capaci di rendere i materiali secondari competitivi rispetto alle materie prime vergini e di spostare produzione, filiere e investimenti verso modelli meno spreconi.
Contesto politico — perché il CEA arriva ora
La proposta del CEA nasce nel quadro più ampio del Clean Industrial Deal della Commissione Europea (lanciato nel 2025) e risponde a due esigenze parallele: accelerare la transizione industriale verso prodotti e processi più circolari, e rafforzare la sovranità strategica sui materiali (compresi quelli critici). Il lavoro normativo parte da una constatazione pratica: il mercato dei materiali riciclati è oggi frammentato tra Stati membri, con barriere tecniche e amministrative che scoraggiano raccolta, riciclo e riuso su scala transnazionale. La Commissione ha quindi lanciato una call for evidence — una fase aperta di ascolto di imprese, ONG, amministrazioni e cittadini — per raccogliere dati e opinioni prima di definire il testo normativo.
Perché questo Act è importante (in parole semplici)
Sistema di mercato unico per materiali circolari. Se funzionerà, il CEA abbasserà gli ostacoli che oggi impediscono alla materia riciclata di circolare liberamente tra Paesi e settori, favorendo economie di scala e qualità controllata.
Riduzione della dipendenza dalle materie prime vergini. Maggiore disponibilità e qualità di materiali secondari significa meno importazioni, meno pressione sui giacimenti naturali e minore esposizione ai rincari delle commodity.
Allineamento con altre regole europee. Il CEA è pensato per “fare sistema” con Ecodesign, la riforma dei rifiuti, la nuova regolazione sugli imballaggi e con la Direttiva sui RAEE (rifiuti elettronici): l’obiettivo è togliere i colli di bottiglia che oggi impediscono la circolarità reale.
Obiettivi principali dell’atto
Secondo il materiale informativo pubblicato dal Ministero italiano (che riporta e spiega la consultazione UE), il CEA si concentra su alcune leve chiave:
Criteri e standard per materiali secondari — definire quando un rifiuto può cessare di essere tale (end-of-waste) e quali requisiti di qualità servono per il loro utilizzo industriale.
Riforma della responsabilità estesa del produttore (EPR) — migliorare e possibilmente armonizzare gli schemi EPR per packaging, elettronica e altri flussi, rendendo chi produce più responsabile dell’intero ciclo.
Incentivi (normativi e pubblici) alla domanda di secondary materials — strumenti che rendano più conveniente usare materiali riciclati (appalti verdi, criteri di qualità, misure fiscali).
Rimozione delle barriere al commercio intra-UE di materiali riciclati — regole comuni per certificazione, tracciabilità e controllo qualità per creare fiducia tra operatori.
Target e numeri che contano
La Commissione nel materiale di presentazione indica ambizioni ambiziose: portare la quota di materiali “circolari” nel sistema economico europeo al 24% entro il 2030 (obiettivo citato nella call for evidence). Per raggiungerlo servono non solo norme, ma infrastrutture, incentive e mercato. La consultazione (call for evidence) è aperta a stakeholder fino alla data indicata nel portale UE.
Impatti pratici — chi vince e chi deve adattarsi
Industria del riciclo e trattamento rifiuti: opportunità di crescita ma anche richiesta di investimenti per aumentare qualità e capacità. Gruppi di settore chiedono protezioni contro importazioni a basso costo e standard più rigorosi per la qualità dei materiali riciclati.
Produttori e brand: dovranno ripensare design (ecodesign), durata, riparabilità e percentuali di contenuto riciclato nei prodotti. Le aziende più rapide a riprogettare prodotti e supply chain avranno vantaggi competitivi.
PMI e artigianato: rischio di oneri amministrativi; per questo la Commissione ha promesso attenzione agli effetti su SME nell’impatto assessment collegato alla consultazione.
Per i policymaker nazionali
Il documento informativo diffuso dal MASE ricorda che l’Italia può usare la consultazione per portare posizioni concrete su: criteri di qualità per specifiche filiere (es. plastica, vetro, RAEE), incentivi fiscali locali, e misure di supporto per riconversione industriale nelle aree più fragili. Partecipare formalmente alla consultazione è una leva per orientare il testo europeo in modo praticabile anche per l’economia italiana.
Cosa chiedere nella consultazione
Chiarezza sui criteri “end of waste” per i flussi più rilevanti;
Standard di tracciabilità e certificazione interoperabili tra Stati;
Meccanismi di sostegno per investimenti in impianti di riciclo ad alta qualità;
Garanzie per le PMI (phase-in, assistenza tecnica, valutazioni d’impatto proporzionate);
Clausole su commercio internazionale e possibile impatto su paesi terzi (es. evitare dumping di rifiuti).
Perché seguirlo e cosa puoi fare oggi
Il Circular Economy Act è un’occasione per trasformare parole e strategie in regole che cambiano i comportamenti economici. Se sei un’impresa, inizia a valutare la tua catena del valore: puoi già misurare il contenuto riciclato, la riparabilità e la tracciabilità dei tuoi prodotti. Se sei una ONG o un cittadino, leggi il questionario UE, contribuisci con dati ed esperienze locali: la consultazione è la finestra per influenzare il testo prima che diventi legge. Il futuro della circolarità europea si gioca adesso, nelle osservazioni tecniche e nelle proposte concrete che arriveranno entro la fine della fase di ascolto.
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