top of page

Giornata mondiale delle balene: il loro futuro è a rischio

  • SR
  • 16 feb
  • Tempo di lettura: 5 min

Il futuro delle balene è a rischio
Il futuro delle balene è a rischio

Il 16 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle balene e dei cetacei, un’occasione importante che invita alla riflessione sulla necessità di proteggere questi giganti del mare, custodi di un ecosistema fragile e prezioso. Le balene, con la loro straordinaria bellezza e i loro poteri da “supereroe” naturale, sono essenziali per il benessere degli oceani e per la biodiversità globale. Rappresentano non solo uno dei più grandi mammiferi esistenti, ma giocano anche un ruolo chiave nell’assorbimento della CO2, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico.


Eppure, questi straordinari esseri viventi, che possono arrivare a vivere secoli, si trovano oggi a fronteggiare minacce devastanti, molte delle quali derivanti dall’azione dell’uomo. Il riscaldamento globale, l’inquinamento acustico e chimico, la pesca illegale e la perdita di habitat naturali sono solo alcune delle difficoltà che gravano sul futuro delle balene. Ma la loro storia è anche una storia di speranza, una narrazione che, attraverso l’impegno condiviso di cittadini, scienziati e politici, può ancora vederle protagoniste di un futuro più luminoso.


Le balene, sentinelle degli oceani

Le balene, con la loro maestosità e il loro ruolo ecologico cruciale, sono essenziali per il mantenimento degli equilibri marini. Rappresentano una riserva naturale di biodiversità e sono tra i protagonisti principali nel ciclo di vita marino. Infatti, non solo influenzano la crescita del fitoplancton, che produce ossigeno e nutre l’intero ecosistema, ma sono anche importanti per la regolazione dei livelli di CO2 nell'atmosfera.


Eppure, le balene sono oggi sottoposte a numerose minacce. Inquinamento acustico, causato dai rumori delle navi e dai sonar, interferisce con la loro capacità di comunicare, orientarsi e nutrirsi. La loro sopravvivenza è anche messa a rischio dalle collisioni con le navi, soprattutto nelle rotte marittime più trafficate. Le balene, come molti altri cetacei, utilizzano suoni complessi per navigare e per mantenere legami sociali con gli altri membri del gruppo, ma questi suoni possono essere disturbati dai rumori di origine antropica, causando disorientamento e, in alcuni casi, la morte.


Ma non solo: la pesca illegale e la cattura accidentale in reti da pesca sono altre minacce che colpiscono duramente le popolazioni di balene. A queste si aggiunge il nuovo pericolo rappresentato dal morbillo dei cetacei (Cetacean Morbillivirus), un virus che compromette il sistema immunitario delle balene e li rende vulnerabili a malattie respiratorie e neurologiche, spesso con esito fatale.


La strada verso la sostenibilità

In tale contesto, è fondamentale l'impegno a favore della sostenibilità marina e della tutela della biodiversità. La campagna “30x30”, lanciata dalla onlus Worldrise, ha come obiettivo la protezione del 30% dei mari italiani attraverso la creazione di Aree Marine Protette (AMP) entro il 2030, in linea con gli impegni internazionali. Tali aree sono essenziali per ricostruire e ripristinare gli ecosistemi marini, proteggendo le balene e tutte le specie marine che dipendono da questi ambienti.


Le politiche ambientali, però, devono essere più rigorose e concretamente applicabili. Solo un’efficace gestione delle AMP, combinata con la riduzione delle pratiche dannose come la pesca a strascico e il miglioramento delle tecniche di pesca, potrà garantire la protezione della biodiversità marina. Le Aree Marine Protette, infatti, non solo favoriscono la conservazione della fauna marina, ma incrementano anche la capacità degli habitat di immagazzinare carbonio, contribuendo a combattere i cambiamenti climatici.


Il valore delle balene: custodi del nostro futuro

Le balene, oltre a essere creature magnifiche e misteriose, sono anche un patrimonio inestimabile per il nostro ecosistema. Il loro ruolo nella regolazione della CO2 e il loro impatto sulla biodiversità marina sono ineguagliabili. La loro lingua, che può pesare quanto un intero elefante, e la loro longevità, che può superare i 200 anni, sono solo alcune delle meraviglie di queste creature straordinarie.


In Italia, l’istituzione del primo corso per avvistatori di balene, a Savona, testimonia la crescente attenzione verso queste meravigliose creature e la consapevolezza della necessità di educare e sensibilizzare il pubblico sulla loro protezione. Allo stesso modo, il lavoro di Mariasole Bianco, biologa marina e fondatrice di Worldrise Onlus, è fondamentale per promuovere la consapevolezza e l’attivismo a favore della salvaguardia degli oceani.


La biodiversità marina e le sfide per gli oceani

Come ci ricorda l'European Environment Agency (EEA), i mari europei versano in condizioni precarie. I mari regionali, purtroppo, non godono di buona salute e le loro risorse marine, da sempre vitali per l’industria ittica e per la biodiversità globale, sono ormai minacciate. La pesca eccessiva, la cattura accidentale, il degrado degli habitat marini e l'inquinamento da plastica sono tra le cause principali di questo declino. Secondo un recente report dell’EEA, circa il 40% dei pesci e dei molluschi nei mari europei non sono più in condizioni buone, né sono pescati in modo sostenibile. A ciò si aggiungono altre gravi pressioni, tra cui l'eutrofizzazione delle acque, l'inquinamento e, non da ultimo, i cambiamenti climatici che mettono a rischio il delicato equilibrio degli ecosistemi marini.


La pesca, seppur fondamentale per il sostentamento di milioni di persone, esercita un impatto negativo sulle risorse marine. Non solo la pesca eccessiva è una minaccia diretta per le specie marine, ma anche pratiche dannose come la pesca a strascico e la perdita di attrezzi da pesca continuano a compromettere la salute degli oceani. In questo scenario, la protezione delle aree marine è diventata un imperativo assoluto. Eppure, come ci fa notare l'EEA, la rete di Aree Marine Protette (AMP) in Europa è ancora insufficiente. Solo il 12,1% della superficie marina dell’Unione Europea è sotto protezione, e meno del 2% di queste aree possiede piani di gestione efficaci. Nel Mar Mediterraneo, la situazione è ancor più grave, con meno dello 0,06% di protezione totale per gli ecosistemi marini.


Nonostante ciò, l’implementazione di politiche ambientali più rigorose potrebbe rappresentare una via di salvezza. L’EEA evidenzia che sebbene la rete di AMP esistente sia ancora parziale, un’efficace gestione di queste aree potrebbe portare benefici significativi, come l’aumento della biodiversità e la conservazione degli habitat marini.


La Giornata mondiale delle balene non è solo un’occasione di celebrazione, ma un appello a tutti noi affinché ci impegniamo a proteggere questi giganti del mare e gli oceani che ospitano. La protezione delle balene e degli altri cetacei è inestricabilmente legata alla salvaguardia degli ecosistemi marini e, più in generale, alla tutela del nostro pianeta. Se non agiamo ora, rischiamo di compromettere per sempre la bellezza e la ricchezza della vita marina, di cui le balene sono tra i più grandi e potenti ambasciatori.


Ogni azione conta: è nostro dovere lavorare insieme, con determinazione e passione, per garantire che questi meravigliosi esseri viventi continuino a nuotare liberamente negli oceani che li hanno visti nascere. Proteggere le balene significa proteggere il nostro futuro.


Se ti è piaciuto l'articolo condividilo sui social e dicci cosa ne pensi!


Commenti


bottom of page