top of page

Il Made in Italy cambia trama: in arrivo una certificazione per una filiera più trasparente

  • SR
  • 1 ago
  • Tempo di lettura: 2 min
Il Made in Italy cambia trama: in arrivo una certificazione per una filiera più trasparente
Il Made in Italy cambia trama: in arrivo una certificazione per una filiera più trasparente

Contesto e origini

L’ondata di scandalo scaturita dall’inchiesta relativa a Loro Piana — brand di lusso del gruppo LVMH posto sotto amministrazione giudiziaria per subappalti sospetti e sfruttamento dei lavoratori — ha acceso un dibattito istituzionale di portata nazionale. Di fronte a simili situazioni, si è rivelata evidente la fragilità degli attuali meccanismi di controllo lungo la filiera, che hanno messo a rischio la reputazione dell’intero marchio “Made in Italy”.


Il Tavolo Moda e le proposte in campo

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha convocato il Tavolo della Moda, coinvolgendo sindacati, associazioni di categoria e rappresentanti del settore, in una serie di incontri tecnici tra gennaio 2023 e luglio 2025.Tra le richieste avanzate:

  • Un sistema obbligatorio di certificazione della filiera, basato su verifiche preventive valore aggiunto, legalità, trasparenza e tracciabilità dei processi produttivi.

  • Una ridefinizione del concetto di “Made in Italy” — oggi applicabile anche solo con l’ultima fase di lavorazione effettuata in Italia — affinché rifletta realmente l’origine qualitativa e territoriale dei prodotti.

  • Investimenti e strumenti di supporto stabili per PMI e artigiani, come credito d’imposta (250 milioni €) per campionari, misure di cassa integrazione e etichettatura digitale certificata dal Poligrafico dello Stato.


Il ruolo politico: priorità di Governo

Il ministro Adolfo Urso ha dichiarato che il settore moda rappresenta un simbolo strategico del Made in Italy. Ha annunciato l’intenzione di introdurre una norma di legge strutturale per la certificazione della sostenibilità e legalità, finalizzata a isolare il brand dai comportamenti illeciti di fornitori o subfornitori. Questo schema normativo includerà:

  • Verifiche preventive sulle imprese della filiera;

  • Una disciplina che renda responsabile esclusivamente il titolare del brand, a patto che dimostri controlli efficaci;

  • Un approccio legislativo in coordinamento con gli obblighi europei (come la nascente normativa EPR per la gestione del tessile).


Implicazioni per sostenibilità ed ESG

La certificazione obbligatoria avrà rilevanti effetti nel contesto ESG:

Ambito ESG

Impatto della certificazione di filiera

Governance & Compliance

Rafforza la responsabilità diretta del brand, migliorando la trasparenza e riducendo il rischio reputazionale.

Social & Labour

Garantisce salari dignitosi, applicazione CCNL, salute e sicurezza nel lavoro attraverso standard verificabili.

Environmental

Coinvolge il produttore in tutta la catena sul fronte della responsabilità estesa al prodotto (EPR), riuso, riciclo e design circolare.


Sfide e prospettive

  • Il passaggio da un modello legislativo ancora in definizione — atteso entro la fine del 2025 — alla sua applicazione operativa richiederà linee guida ben definite per audit, accreditamento e sanzioni.

  • Le PMI dovranno investire in competenze di compliance e digitalizzazione per aderire efficacemente.

  • Sarà cruciale coinvolgere sindacati e stakeholder in modo strutturato, non solo consultivo, negli strumenti di governance delle filiere.

Il caso Loro Piana ha rappresentato il catalizzatore di una riflessione profonda sul sistema moda italiano. Grazie all’iniziativa del MIMIT e al tavolo di confronto intersettoriale, si apre una fase in cui la certificazione di legalità e sostenibilità di filiera diventa un elemento imprescindibile del Made in Italy. Per ESG manager, specialist e stakeholder aziendali, il messaggio è chiaro: la sostenibilità non è solo un impegno etico, ma una condizione normativa e strategica per competere in un settore globalizzato.

Commenti


bottom of page