top of page

In Francia il fast fashion ha i giorni contati

  • SR
  • 17 giu
  • Tempo di lettura: 2 min
In Francia il fast fashion ha i giorni contati
In Francia il fast fashion ha i giorni contati

Il Senato francese, con voto pressoché unanime (337‑1), ha approvato un disegno di legge rivoluzionario che mira a regolamentare l’ultra‑fast fashion, prendendo di mira in modo esplicito piattaforme come Shein e Temu. Le misure principali includono:

  • Eco‑score obbligatorio: ogni capo verrà valutato per emissioni, uso di risorse e riciclabilità.

  • Tassazione progressiva: fino a 5 € per articolo dal 2025, saliti a 10 € entro il 2030, con un tetto al 50 % del prezzo di vendita.

  • Divieto totale di pubblicità per i marchi ultra‑fast, con sanzioni per influencer che li promuovono.

  • Tassa di 2–4 € per ciascun pacco spedito da aziende extra‑UE (inclusi Temu e Shein).

  • Esclusione dei marchi europei come Zara, H&M e Kiabi dalle penalità più severe.


Perché questa normativa è unica in Europa

Il trend del fast fashion in Francia è in forte crescita: tra 2010 e 2023, il valore dei capi pubblicizzati è passato da 2,3 a 3,2 miliardi di euro, con una quantità media di 48 capi per persona all’anno e 35 scartati ogni secondo. La legge mira a spezzare il modello “usa e getta”, imponendo responsabilità ambientali e sanitarie a chi opera nel settore ultra‑low‑cost.


Le reazioni: tra applausi e critiche

  • Ambientalisti (es. Friends of the Earth France) definiscono il provvedimento “un’occasione mancata”: i marchi colpiti sarebbero solo una ristretta parte del mercato, lasciando intatte le grandi catene europee.

  • Voci istituzionali (come Senatrice Sylvie Valente Le Hir e Ministra Pannier‑Runacher) difendono la focalizzazione su Shein e Temu, ritenuti responsabili di danni ambientali e sociali concentrati.

  • Shein ha criticato la legge come “punitiva”, sostenendo che penalizzerà il potere d’acquisto dei consumatori.


Le tappe successive

Il testo ora passerà all’esame di una commissione mista senatori‑deputati in autunno, seguito dalla notifica alla Commissione Europea per verificarne l’allineamento con le regole UE. In caso di approvazione finale, la Francia potrebbe diventare il primo Paese ad applicare norme così rigide su ultra‑fast fashion.


Impatto e prospettive

Questa normativa rappresenta una svolta importante nel contrasto alla moda usa‑e‑getta: introduce strumenti concreti (eco‑score, tasse, divieti pubblicitari) e punta a spingere il mercato verso modelli più sostenibili. Tuttavia, la scelta di escludere i brand europei e la preoccupazione per sensazione di protezionismo limitano il potenziale trasformativo del disegno di legge.

La Francia ha mosso un passo pionieristico verso la regolamentazione dell’ultra‑fast fashion, ma il compromesso tra tutela ambientale e interessi economici genera dubbi sulla sua efficacia reale.

Ora la palla passa a Bruxelles e alle future decisioni legislative congiunte.

Commenti


bottom of page