L'EBA propone un nuovo framework ESG: più proporzionalità, meno oneri per le banche di piccole dimensioni
- SR
- 5 giu
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In un contesto europeo sempre più orientato alla finanza sostenibile, l’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha recentemente pubblicato una proposta di revisione del quadro informativo ESG (Environmental, Social, Governance), con l’obiettivo di semplificare e rendere più proporzionata la rendicontazione dei rischi di sostenibilità da parte degli enti creditizi. Il documento – attualmente in consultazione pubblica – introduce modifiche mirate al regolamento di esecuzione della Commissione europea relativo al Pillar 3 del Capital Requirements Regulation (CRR3), in stretta coerenza con la Proposta Omnibus della Commissione stessa.
Un approccio proporzionato per un settore bancario più inclusivo
Il cuore della proposta dell’EBA risiede nell’introduzione di un sistema di disclosure ESG più proporzionato, che tenga conto della tipologia, della dimensione e della complessità operativa dell’ente. Nello specifico, il nuovo framework prevede:
Requisiti informativi semplificati per le banche di piccole dimensioni o non quotate;
Nessun nuovo obbligo per le grandi banche quotate, che già applicano le regole di disclosure ESG;
Chiarimenti sui requisiti esistenti, in modo da migliorare la comprensione e l’applicazione pratica degli obblighi già previsti.
Tale impostazione mira a evitare un appesantimento burocratico, soprattutto per gli operatori più piccoli, senza compromettere la trasparenza e la comparabilità delle informazioni ESG a livello di sistema.
Focus su materialità e tassonomia verde
La proposta dell’EBA introduce anche importanti considerazioni di materialità, ad esempio in merito alla frequenza con cui alcune informazioni ESG devono essere pubblicate, favorendo un approccio pragmatico e basato sul rischio.
Un altro elemento cardine è il rafforzamento dell’allineamento con il Regolamento UE sulla tassonomia, in particolare attraverso l’aggiornamento dei modelli per la disclosure del Green Asset Ratio (GAR). Questo indicatore misura la quota di attività verdi detenute dalle banche e rappresenta uno dei principali strumenti di valutazione dell’allineamento degli istituti finanziari con gli obiettivi ambientali dell’UE.
Transitorietà e flessibilità di vigilanza: verso una transizione ordinata
Per sostenere una transizione graduale verso i nuovi standard, l’EBA propone l’introduzione di misure transitorie e una maggiore flessibilità da parte delle autorità di vigilanza. In particolare, si valuta la pubblicazione di una lettera di non intervento, con cui si invitano le autorità competenti a non dare priorità all’applicazione degli obblighi di disclosure ESG, sia per quanto riguarda i modelli legati al Green Asset Ratio e alla tassonomia per le grandi banche, sia per tutti i modelli ESG applicabili agli altri enti.
Questa misura ha l’obiettivo di garantire coerenza e prevedibilità nell’attuazione, riducendo nel contempo gli oneri operativi per gli intermediari durante la fase di avvio.
Strumenti operativi e tracciabilità
A supporto dell’attuazione del nuovo framework, l’EBA ha inoltre rilasciato uno strumento di mappatura aggiornato tra gli obblighi informativi del Pillar 3 e le segnalazioni di vigilanza, promuovendo una maggiore tracciabilità e coerenza tra le varie fonti normative.
La proposta dell’EBA rappresenta un passo importante verso una rendicontazione ESG più efficiente, chiara e sostenibile. L’approccio proporzionato risponde alla necessità di bilanciare trasparenza e oneri amministrativi, soprattutto in un contesto in cui le piccole e medie banche svolgono un ruolo essenziale nell’economia reale. La consultazione pubblica attualmente in corso offre alle parti interessate l’opportunità di contribuire attivamente alla definizione finale del framework, in vista della sua futura adozione.
Per maggiori dettagli è possibile consultare il documento ufficiale della consultazione sul sito dell’EBA: CP on disclosures on ESG risks (EBA, 2025)
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