L’UE mette in pausa la direttiva “green claims”: possibile retromarcia sul contrasto al greenwashing
- SR
- 22 giu
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Aggiornamento: 23 giu

22 giugno 2025 – A due anni dalla sua presentazione, la Direttiva Green Claims, ideata per rafforzare la trasparenza ambientale dei prodotti e contrastare il greenwashing, è oggi in bilico. La Commissione Europea ha infatti comunicato l’intenzione di ritirarla, una scelta stimolata dalle pressioni politiche del centrodestra europeo, in particolare del Partito Popolare Europeo (PPE) e del gruppo Conservatori & Riformisti (ECR).
1. Obiettivi della direttiva
La normativa, presentata nel marzo 2023 nell’ambito del Green Deal, mirava a garantire che dichiarazioni come “biodegradabile”, “meno inquinante” o “riduzione del 20% delle emissioni” fossero basate su verifiche scientifiche e certificate da organismi indipendenti. L’analisi della Commissione ha evidenziato che circa il 40–53% delle affermazioni ambientali risultavano vaghe o infondate .
2. Cosa è accaduto
All’ultimo trilogo (negoziati interistituzionali tra Commissione, Parlamento e Consiglio), i relatori ombra PPE – tra cui Danuše Nerudová e Arba Kokalari – hanno inviato una lettera chiedendo il ritiro, definendo la proposta "troppo complessa, costosa e priva di studi d’impatto". Il 20 giugno un portavoce UE ha ufficializzato l’intenzione di ritirarla, avvertendo i co-legislatori che il testo potrebbe essere completamente stravolto.
Tuttavia, fonti della Commissione puntualizzano che non si è ancora arrivati a una decisione definitiva, ma è in corso una consultazione interna del collegio e con Parlamento e Consiglio: il ritiro si concretizzerà solo se il testo finale tradisse gli obiettivi originari.
3. Ragioni e critiche
Oneri per le PMI: timori che un’eccessiva burocrazia scoraggi le piccole aziende dall’investire nella sostenibilità
Vincoli a schemi di etichettatura privati: possibile penalizzazione di sistemi come Nutri-Score, se non riconosciuti ufficialmente.
Un approccio considerato "ideologico" da parte dei gruppi conservatori, secondo cui lo slancio verso la semplificazione normativa riflette un nuovo equilibrio politico europeo.
4. Prossimi passi
Consultazioni in corso tra Commissione e colegislatori.
Terzo trilogo previsto per il 23 giugno, che potrebbe svolgersi nonostante lo stallo.
A seguito del trilogo, la Commissione deciderà se avanzare il ritiro formale o presentare una versione riformulata—appartenente al quarto passaggio ufficiale.
5. Implicazioni per il settore sostenibilità
Se confermato, il ritiro rappresenterebbe un passo indietro sul fronte della lotta al greenwashing, lasciando imprese e consumatori in un limbo normativo. D’altro canto, permette un confronto più approfondito su costi, applicabilità e impatto sulle PMI. Nel frattempo, resta cruciale il ruolo delle certificazioni indipendenti e dell’autoregolazione delle aziende per garantire trasparenza e fiducia dei consumatori.
La sospensione della Direttiva Green Claims segnala una svolta significativa nel percorso europeo verso una regolamentazione stringente delle dichiarazioni ambientali. Se da un lato si inserisce in una logica di semplificazione e tutela delle PMI, dall’altro apre il dibattito sulla necessità di un equilibrio tra rigore e operatività. Nei prossimi mesi, attori pubblici e privati seguiranno con attenzione l’evoluzione del dossier, in vista di un eventuale rilancio o revisione del quadro normativo.
Un ulteriore passo indietro in ambito di sostenibilità, siamo sicuri che sia a favore delle imprese?
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