Omnibus I: il PPE propone una drastica revisione delle norme ESG europee
- SR
- 16 giu
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E' stata condivisa la bozza delle modifiche proposte dal Parlameno Europeo sul pacchetto legislativo Omnibus I, volto a semplificare gli obblighi in materia di sostenibilità per le imprese. Il Parlamento Europeo propone una revisione incisiva e controversa delle principali normative ESG: CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) e Regolamento Tassonomia.
Le principali modifiche proposte
1. Restrizione dell’ambito di applicazione
Il rapporto propone di armonizzare e restringere la soglia di accesso alle tre normative, limitandole alle aziende con:
oltre 3.000 dipendenti (su base globale),
fatturato netto superiore a €450 milioni.
Questa modifica rappresenta un ridimensionamento radicale rispetto alle soglie originarie della Commissione (1.000 dipendenti e €50 milioni di fatturato), escludendo così una larga parte delle medie imprese europee dall’obbligo di rendicontazione sostenibile.
2. Piani di transizione climatica: eliminazione o volontarietà
Il draft report:
elimina completamente l’obbligo di adottare piani di transizione climatica nella CSDDD,
rende volontari nella CSRD, allineandosi a standard internazionali meno vincolanti.
Questa scelta riduce significativamente l’ambizione climatica della normativa europea.
3. Esenzione per le controllate
Il PPE introduce una “full subsidiary exemption” nella CSRD:
Le filiali sarebbero esentate dalla rendicontazione se la capogruppo pubblica dati a livello consolidato.
Lo scopo è evitare duplicazioni e alleggerire l’onere amministrativo nei gruppi societari complessi.
4. Limiti ai controlli nella catena del valore
La proposta introduce:
Maggiore protezione per i dati delle PMI, riducendo le richieste di informazioni da parte delle grandi imprese,
Rafforzamento della tutela dei segreti industriali, per garantire la competitività e la riservatezza di dati sensibili.
Questi elementi mirano a rendere operativo lo "scudo PMI" e a prevenire abusi nel flusso di dati tra aziende.
5. Armonizzazione totale (no “gold plating”)
Il relatore chiede che gli Stati membri:
non possano introdurre regole più severe a livello nazionale (“gold plating”),
assicurando una piena armonizzazione a livello UE in termini di definizioni, obblighi di due diligence e ambito normativo.
Questa clausola potrebbe limitare le ambizioni nazionali e indebolire le iniziative locali più avanzate.
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