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Regolamento (UE) 2023/2631: un nuovo standard per le Obbigazioni Verdi europee

  • SR
  • 9 giu
  • Tempo di lettura: 3 min
Regolamento (UE) 2023/2631: un nuovo standard per le Obbligazioni Verdi europee
Regolamento (UE) 2023/2631: un nuovo standard per le Obbligazioni Verdi europee

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Regolamento (UE) 2023/2631, l’Unione Europea ha inaugurato una nuova era per il mercato delle obbligazioni verdi, introducendo lo European Green Bond Standard (EuGBS), uno strumento normativo destinato a colmare le lacune di trasparenza e uniformità che da tempo affliggono il settore. L’applicazione del regolamento, a partire da dicembre 2024, rappresenta una svolta strategica nella cornice della Sustainable Finance Strategy europea, in quanto mira a standardizzare l’emissione di green bond attraverso criteri rigorosi e verificabili.

Il cuore del regolamento risiede nei tre pilastri fondamentali: l’impiego conforme dei proventi secondo la tassonomia UE, obblighi informativi stringenti (pre e post-emissione), e revisione esterna da parte di soggetti autorizzati. Questo impianto si ispira in parte ai Green Bond Principles dell’ICMA, ma se ne distacca per l’introduzione di un framework giuridicamente vincolante, di matrice tipicamente comunitaria.

Due i principali approcci normati per l’impiego dei proventi: quello graduale, per singola emissione, e quello di portafoglio, per aggregati finanziari. Entrambi devono garantire un allineamento sostanziale alla tassonomia. Il regolamento prevede inoltre l’obbligo di redazione di tre documenti chiave (factsheet pre-emissione, report annuali di allocazione e impact report), supervisionati da revisori accreditati sotto la vigilanza dell’ESMA, in una struttura di governance multilivello.

Opportunità, limiti e prospettive

Secondo l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), l’introduzione dell’EuGBS costituisce un importante passo avanti nella lotta al greenwashing e nella costruzione di un mercato obbligazionario realmente sostenibile. L’armonizzazione dei requisiti, l’obbligatorietà di una verifica esterna e la centralità della tassonomia UE migliorano significativamente l’affidabilità e l’integrità delle obbligazioni green emesse.

Tuttavia, il think tank solleva anche rilievi critici: l’EUGBS soffrirebbe di un’insufficiente articolazione sui processi di gestione dei proventi e una carente guida per la rendicontazione dell’impatto ambientale, ostacolando la possibilità per gli investitori di confrontare o aggregare i risultati ambientali. L’assenza di una metodologia strutturata per quantificare gli impatti rischia di ridurre l’efficacia dello standard rispetto ai suoi scopi dichiarati.

Un ulteriore nodo segnalato riguarda il ruolo della Commissione Europea, la quale, pur essendosi impegnata a raccogliere fino a 250 miliardi di euro in obbligazioni verdi per finanziare il NextGenerationEU, non ha ancora dimostrato un’adesione piena all’EuGBS per le proprie emissioni. L’IEEFA sottolinea che senza un’adozione esemplare da parte delle istituzioni pubbliche, lo standard potrebbe restare sotto-utilizzato dagli attori privati.

Inoltre, emergono incertezze sull’allineamento tra i progetti finanziati dal NextGenerationEU e gli obiettivi climatici europei: i contributi in termini di emissioni evitate risultano poco trasparenti e, in alcuni casi, non è chiaro se i progetti siano stati sottoposti a revisione esterna sull’aderenza alla tassonomia.

Nonostante tali criticità, l’interesse degli investitori per strumenti finanziari green si conferma in crescita. Il mercato europeo, che già rappresenta oltre il 50% delle emissioni mondiali di green bond, ha mostrato segnali di resilienza: dopo il calo globale del 2022, nel 2023 l’Europa ha segnato un recupero dell’11%, attestandosi sui 341 miliardi di dollari di emissioni.


Il Regolamento Europeo sulle obbligazioni verdi costituisce un’innovazione strutturale che eleva l’asticella della finanza sostenibile nel contesto europeo. La sua efficacia, tuttavia, dipenderà dall’impegno attivo delle istituzioni pubbliche nell’adottare lo standard e dalla capacità di affinare le metriche di misurazione dell’impatto ambientale. Solo in tal modo l’EuGBS potrà divenire un benchmark globale, capace di coniugare rigore normativo, fiducia degli investitori e reale impatto ecologico.


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