Orologio dell’Apocalisse: ci stiamo avvicinando alla mezzanotte!
- SR
- 3 feb
- Tempo di lettura: 3 min

Mancano 89 secondi alla mezzanotte. Non si tratta certo di un conto alla rovescia di cui andare fieri. Infatti, l'Orologio dell'Apocalisse, strumento simbolico ideato nel 1947 dal Bulletin of the Atomic Scientists, ha segnato l'ennesimo spostamento delle sue lancette, avvicinandosi sempre di più a quella "mezzanotte" che simboleggia la fine del mondo, l’autodistruzione. Per quanto possa rappresentare una semplice metafora, la posizione dell’orologio indica la gravità delle sfide globali a cui siamo chiamati a rispondere.
Cos'è l'Orologio dell'Apocalisse?
Creato dagli scienziati che avevano partecipato al Progetto Manhattan (il programma che portò alla creazione della bomba atomica), l'Orologio dell'Apocalisse indica quanto l’umanità sia vicina all’autodistruzione. Si tratta di una riflessione su tre principali minacce che mettono a rischio l’umanità: tensioni nucleari, tecnologie dirompenti (come l’intelligenza artificiale) e cambiamento climatico.
Dal 1947 le lancette si sono mosse avanti e indietro per ben 26 volte. Il momento più ottimista è stato nel 1991, con ben 17 minuti, a seguito della fine della Guerra Fredda e la firma del Trattato sulle Armi Strategiche di Riduzione tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. E il momento peggiore? Proprio il 2025.
89 secondi alla mezzanotte
Nel gennaio 2025, l'Orologio dell'Apocalisse è stato aggiornato ancora una volta, portandolo a segnare 89 secondi dalla mezzanotte. Un dato allarmante, che evidenzia come i rischi per la sicurezza globale si stiano intensificando. La decisione di avanzare le lancette è stata presa dal Bulletin of the Atomic Scientists in risposta a una serie di minacce che non solo riguardano il rischio di conflitti nucleari, ma anche la rapida evoluzione della tecnologia e il suo impatto sul nostro futuro.
Le tensioni nucleari: dal conflitto in Ucraina alle scelte di Cina e Stati Uniti
Tra le principali preoccupazioni c'è la situazione in Ucraina, che ha portato a un acutizzarsi delle tensioni nucleari, e le crescenti incertezze geopolitiche legate alla proliferazione di armi nucleari. Come sottolineato dal comitato degli esperti, la Russia ha sospeso la conformità al nuovo trattato START (Strategic Arms Reduction Treaty) per la riduzione delle armi nucleari e la Cina sta aumentando rapidamente il suo arsenale nucleare. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti sembrano abdicare al loro ruolo di moderatori globali, adottando posizioni che potrebbero legittimare l'uso "limitato" delle armi nucleari, una prospettiva preoccupante per la stabilità internazionale.
L’intelligenza artificiale: rimane qualcosa di umano?
Un altro fattore determinante per l'avanzamento delle lancette è il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle tecnologie militari. I timori sono legati all’idea che le macchine, attraverso algoritmi autonomi, possano prendere decisioni militari senza l’intervento umano, anche quando queste decisioni potrebbero comportare una morte su vasta scala. La diffusione di tecnologie come queste aumenta il rischio di escalation incontrollata e crea nuove sfide etiche e morali nella gestione della guerra e della sicurezza globale.
Il cambiamento climatico: un pericolo sempre più immediato
Nel 2024, i segnali del cambiamento climatico sono diventati ancora più evidenti, con eventi climatici estremi che hanno colpito diverse regioni del mondo. Il Bulletin of the Atomic Scientists ha evidenziato come la crisi climatica stia accelerando, mettendo in pericolo la sicurezza globale. Le politiche di riduzione delle emissioni non sono ancora sufficienti, e l’immobilismo nei confronti degli obiettivi climatici, in particolare dopo i fallimenti della COP29, contribuisce a un aumento dei rischi. Le previsioni scientifiche sono chiare: se non si interviene drasticamente, i cambiamenti climatici potrebbero rendere parte del pianeta inabitabile, con effetti devastanti sulla biodiversità, sull’economia e sulla pace.
In questo contesto, l'uscita di grandi paesi dalle intese globali, come l'uscita degli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi sotto la presidenza Trump, ha ulteriormente esacerbato la situazione, rallentando gli sforzi internazionali per combattere il riscaldamento globale.
Cosa possiamo fare?
Se c’è una lezione da trarre dal costante avvicinarsi delle lancette dell’Orologio dell'Apocalisse, è che il nostro futuro dipende dalla nostra capacità di reagire ora. Ogni singola azione che intraprendiamo oggi, dalla riduzione delle emissioni alla promozione della pace e della cooperazione internazionale, può influenzare la posizione dell'orologio domani. Non siamo impotenti, ma le soluzioni richiedono un impegno collettivo e urgente da parte di governi, industrie e cittadini.
La sostenibilità, la sicurezza e la pace sono sfide interconnesse, e dobbiamo affrontarle con decisione e consapevolezza, senza più rimandare. L’Orologio dell’Apocalisse ci avverte che il tempo stringe. La scelta è nelle nostre mani.
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