Orsi polari: una specie a rischio a causa del cambiamento climatico
- SR
- 27 feb
- Tempo di lettura: 4 min

Ogni anno, il 27 febbraio si celebra la Giornata Mondiale degli Orsi Polari, un’occasione per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della conservazione di questa specie iconica e del fragile ecosistema artico. Gli orsi polari sono tra le principali vittime del cambiamento climatico, il cui impatto sui ghiacciai artici sta mettendo seriamente a rischio la loro sopravvivenza.
Si riduce sempre più la casa del re dell’Artico
Gli orsi polari sono una specie simbolo degli impatti della crisi climatica sulla biodiversità. Il ghiaccio marino artico, principale habitat di questa specie, si sta riducendo sia in estensione che in spessore a una velocità senza precedenti, diminuendo così anche l’effetto fondamentale dello “schermo bianco” in grado di riflettere energia termica nello spazio e regolare così il clima del nostro Pianeta.
La fusione del permafrost terrestre e della banchisa polare causa da un lato una drammatica accelerazione dell’immissione di gas climalteranti in atmosfera, e dall’altro diminuisce anche l’effetto benefico che la distesa glaciale artica ha sul clima a livello globale. I più recenti rilevamenti confermano che l’aumento della temperatura nell’Artico è drammaticamente superiore alla media mondiale, con alcune regioni che presentano un aumento fino a 2.7°C ogni dieci anni, corrispondente addirittura a 5-7 volte il tasso di crescita globale della temperatura.
Effetti del cambiamento climatico sulla popolazione degli orsi polari
Secondo il National Snow and Ice Data Center (NSIDC), l’Artico ha perso oltre il 40% della sua superficie ghiacciata estiva rispetto agli anni ’80, con previsioni che indicano estati quasi prive di ghiaccio entro la metà del secolo.
La riduzione del ghiaccio marino ha un impatto diretto sulla sopravvivenza degli orsi polari:
Difficoltà nella caccia: Con meno ghiaccio disponibile, gli orsi devono percorrere distanze maggiori per trovare il cibo, consumando più energie e mettendo a rischio la loro salute.
Riduzione della popolazione: Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), si stima che la popolazione globale di orsi polari possa diminuire del 30% entro il 2050.
Aumento del conflitto con l’uomo: Privati del loro habitat naturale, gli orsi si avvicinano sempre più agli insediamenti umani in cerca di cibo, aumentando il rischio di incidenti e tensioni con le comunità locali.
Con la riduzione dei ghiacci si riducono le tradizionali zone di caccia degli orsi polari, di conseguenza, questi perdono peso fino a rischiare di morire di fame e fino ad avere conseguenze drammatiche sulla loro fertilità. Questo accade nonostante gli orsi stiano provando a trovare nuovi adattamenti, come andare a caccia di uccelli (invece che cacciare foche, le loro prede abituali, sulla banchisa polare) oppure ridurre i consumi di energia, entrando in una sorta di “letargo” estivo e riducendo gli spostamenti.
La minaccia della perdita dell’habitat
Gli orsi polari sono classificati come specie vulnerabile dalla IUCN, mentre a livello regionale variano tra "minacciata" e "a rischio" a seconda delle normative locali. In tutti i casi, la principale minaccia per la loro sopravvivenza è la perdita del ghiaccio marino. Se le emissioni di gas serra non verranno ridotte drasticamente, si stima che 1/3 della popolazione attuale di orsi polari possa scomparire entro la fine del secolo.
Cosa possiamo fare per proteggere gli orsi polari?
La salvaguardia degli orsi polari passa attraverso azioni concrete per contrastare il cambiamento climatico:
Riduzione delle emissioni di gas serra: Adottare politiche energetiche sostenibili, ridurre il consumo di combustibili fossili e promuovere le energie rinnovabili.
Protezione dell’ecosistema artico: Sostenere iniziative per la creazione di aree marine protette e regolamentare le attività industriali nell’Artico.
Sensibilizzazione e educazione: Informare le persone sull’importanza della conservazione e incentivare comportamenti eco-sostenibili.
Il lavoro del WWF per proteggere il re dell’Artico
Da decenni il WWF agisce per contrastare le principali cause del cambiamento climatico, facendo pressione sull’adattamento delle politiche energetiche affinché si elimini l’utilizzo di fonti fossili e si investa sulle energie da fonti rinnovabili, azzerando le emissioni di CO2, abbassando drasticamente la nostra impronta ecologica sul Pianeta.
Tra i progetti più vasti portati avanti dal WWF per la conservazione dell’Artico c’è “Last Ice Area”, tra il Canada e la Groenlandia, che ha come obiettivo la tutela dell’area per garantire la sopravvivenza degli orsi polari e delle altre specie artiche. Il WWF promuove l’istituzione e la gestione di aree protette ad hoc, come la Riserva dell’Isola di Vaigach, e la ricerca scientifica in zone altamente significative per la specie come le Isole Svalbard.
Un’azione collettiva per il futuro dell’artico
Come afferma la scienziata climatica Katharine Hayhoe, “Quando si tratta di riparare i cambiamenti climatici, abbiamo bisogno di tutte le opzioni sul tavolo e di tutte le mani sul ponte”. La Giornata Mondiale degli Orsi Polari è un’opportunità per riflettere su come le nostre azioni influenzano l’ambiente e il destino di questa straordinaria specie. Agire oggi significa garantire un futuro migliore non solo per gli orsi polari, ma per l’intero pianeta.
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